11 Novembre, Festa di San Martino
Da San Martin, l’inverno xè in camin (proverbio veneto)
A San Martino l’inverno è in arrivo

Trick or treat” dicono i bambini americani girando per le case e i negozi il giorno di Halloween chiedendo dolcetti o soldini travestiti da mostri.
Tradizione che è ormai stata importata anche da noi negli ultimi decenni.
Forse non tutti sanno che a Venezia da tantissimi anni si fa qualcosa di molto simile il giorno 11 novembre in occasione della Festa di San Martino.

Con corone e pignatte per le strade

Il giorno di San Martino infatti i bambini veneziani si aggirano con corona in testa e mantello sulle spalle per i negozi della città chiedendo soldini o dolcetti ai commercianti sbattendo tra loro pignatte (pentole), coperchi e mestoli (si dice infatti “bater el samartin”) intonando la tradizionale canzoncina (sulla musica di “Garibaldi fu ferito…”):

San Martin xè ‘nda in sofita (San Martino è andato in soffitta)
a trovar ea so novissa (o nona Rita) (a trovare la sua fidanzata)
so novissa no ghe gera (la sua fidanzata non c’era)
San Martin col cueo par tera. (San Martino col sedere a terra)
E col nostro sachetin (e con il nostro sacchettino)
cari signori xè San Martin (cari signori è San Martino)

Con i soldi guadagnati (messi nel sachetìn) i bambini possono acquistare il tipico dolce di San Martino: cavallo e cavaliere in pasta frolla decorati con glassa e dolciumi: cioccolatini, caramelle, noccioline, soldi di cioccolato e le tipiche palline argentee “spaccadenti”.

Una ricetta, mille versioni

La ricetta del dolce di San Martino è estremamente semplice e per questo spesso mamme e figli la preparano assieme.
La base di pasta frolla (una volta era fatto di cotognata) va sagomata a forma di uomo a cavallo e poi decorata a seconda dei gusti di ognuno.
Alcuni hanno uno stile classico, altri invece sono delle vere e proprie opere d’arte barocca.

Il tipico dolce di San Martino in pasta frolla

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La leggenda

Ma da dove nasce la Festa di San Martino?
La storia racconta di un cavaliere, Martino di Tours, che durante una giornata fredda, ventosa e piovosa, coperto con il suo ampio mantello, incontra un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci e tremante per il freddo.
Martino, preso a compassione, pensa ad una soluzione per il vecchio ma non ha con se ne coperte ne denaro da donargli per dargli sollievo.
Prende così il suo pesante mantello e con la spada lo divide in due, dandone metà al mendicante.

“San Martino e il mendicante” di Wilfred Thompson (1921)

Durante la notte Martino sogna Gesù che lo ringrazia mostrandogli metà del suo mantello, quasi per fargli capire che il povero che ha aiutato era proprio lui in persona.

La chiesa di San Martino a Venezia

A Venezia c’è una chiesa dedicata proprio a San Martino di Tours, vescovo cristiano del IV secolo i cui funerali furono celebrati proprio l’11 novembre del 397, e si trova a pochi passi dall’Arsenale.

La chiesa di San Martino a Castello. Sullo sfondo si intravede l’Arsenale

Le origini della chiesa sono incerte, alcune cronache la fanno risalire al VI secolo, altre all’VIII, altre ancora attestano la fine della costruzione nell’anno 932.
L’attuale costruzione risale al Cinquecento su progetto di Jacopo Sansovino che stravolse la struttura dell’edificio precedente ruotandola di 90° e dandole una pianta quadrata. Sansovino aggiunse al vecchio edificio due cappelle su ogni lato e il presbiterio con soffitto a volta che fu poi affrescato da Domenico Bruni.

La chiesa custodiva al suo interno la tibia di San Martino di Tours e per questo il culto del santo era molto sentito dai veneziani, al punto tale da organizzare una processione solenne che partiva dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista ed arrivava alla chiesa di San Martino attraversando praticamente tutta la città.

Il rilievo di San Martino e il mendicante sulla facciata della chiesa

Sei a Venezia con i bambini? Ecco i posti dove puoi fare merenda!