Castraùre: il carciofo violetto di Sant'Erasmo
Le ricette con le Castraùre di Sant’Erasmo di Mangiare Bene Venezia
Se siete seduti in qualche osteria veneziana e vi vengono proposte le “Castraùre di Sant’Erasmo” non fatevi intimorire dal nome. Le castraùre non sono altro che il carciofo violetto che viene coltivato, appunto, nell’isola di Sant’Erasmo e in altre zone della laguna, praticamente a chilometro zero.
Il periodo migliore per poter assaggiare piatti preparati con le castraùre è maggio, infatti la raccolta inizia a fine aprile e prosegue fino a metà giugno. Con l’occasione, nella seconda domenica di maggio, nell’isola di Sant’Erasmo viene organizzata la sagra del carciofo violetto, in cui si possono assaggiare anche gli altri prodotti dell’isola. Attenzione però ai lunghi periodi di siccità che potrebbero compromettere la riuscita della sagra.
Di ricette a base di castraùre di Sant’Erasmo ce ne sono tantissime. Crudi, con giusto un filo d’olio extravergine d’oliva, oppure “in tecia”, ma anche fritti, o nel risotto insieme alle “schie” (gamberetti di laguna). Per prepararle “in tecia” (che sarebbe la pentola), basta versarle tagliate su un soffritto di olio, aglio e prezzemolo, e poi salare. Per il risotto, le castraùre vanno unite al fondo di cottura, mentre le “schie” vanno cotte a parte e aggiunte solo durante la mantecazione
Un paio di consigli:
- per togliere il nero dalle mani dopo aver tagliate lo castraùre, strofinate del limone, oppure per evitare il problema utilizzate dei guanti usa e getta
- le castraùre di Sant’Erasmo sono un presidio Slow Food, servono altri motivi per provarle?
Immagine di copertina di stephenrwalli