“Chi va al molin, se infarina” (Proverbio veneto)
Chi va al mulino, si infarina.

Tutti ormai lo conosciamo per essere la sede della rinomata catena di hotel a 5 stelle della famiglia Hilton, ma pochi forse sanno che, come dice il nome, il Molino Stucky nasce come vero e proprio mulino.

La costruzione

Costruito tra il 1884 e il 1895 su iniziativa di Giovanni Stucky, imprenditore e finanziere proveniente da una famiglia svizzera emigrata in Veneto, fu progettato dall’architetto Ernst Wullekopf che realizzò quello che tuttora è uno dei maggiori esempi di architettura neogotica applicata ad un edificio industriale.

Molino Stucky

La facciata centrale del Molino Stucky che riporta il nome del suo fondatore

Caratteristico è il mosaico sul pinnacolo più alto, visibile anche oggi, che rappresenta Demetra, la dea della mietitura.

Per costruire il Molino Stucky fu demolito il monastero delle monache di San Biagio e Cataldo e le colonne furono regalate alla vicina chiesa di Sant’Eufemia (la terza più antica della città).

Gli inizi e il periodo di massima produttività

Già il primo anno il Molino Stucky produsse 500 quintali di farina al giorno, eliminando così lo scomodo trasporto dai molini dell’entroterra veneziano.

Con la costruzione di un secondo edificio Giovanni Stucky fece aumentare la produzione prima a 800 quintali al giorno, poi, nel periodo di maggiore funzionalità anche a 2500 quintali. Un carico di lavoro che impegnava circa 1500 operai in turni che coprivano l’intera giornata grazie anche all’energia elettrica, che proprio al molino fu utilizzata per la prima volta a scopo privato.

Molino Stucky

Una delle sale del Molino Stucky

L’assassinio di Giovanni Stucky

Annesso al molino nei primi anni del ‘900 venne costruito un grosso pastificio. Proprio in quegli anni però il Molino Stucky si trovò di fronte all’inizio del suo declino (che si concluse con la definitiva chiusura nel 1955).

Il 21 maggio 1910 infatti Giovanni Stucky venne assassinato da un operaio del molino, tale Vincenzo Francesco Bruniera, con un colpo di rasoio alla gola. La Gazzetta di Venezia il giorno seguente scrisse: “L’orribile assassinio del cav. Giovanni Stucky. Ucciso con un colpo di rasoio a pochi passi dal figlio ingegner Gian Carlo mentre entrava nella stazione ferroviaria. La folla indignata tenta di fare giustizia sommaria. L’enorme luttuosa impressione a Venezia”.

Il Molino Stucky in tempo di guerra

Nonostante il progressivo declino negli anni ‘30 e ‘40 il Molino Stucky continuò a dare lavoro a molti operai. Questi, oltre allo stipendio, portavano a casa per la propria famiglia ogni settimana un pacco di pasta da 5kg prodotta nel mulino stesso (una sorta di welfare aziendale ante litteram).

Durante la Seconda Guerra Mondiale il Molino Stucky diventò anche un rifugio per la popolazione della Giudecca che, quando scattava l’allarme, si rifugiava tra i sacchi di farina per proteggersi al meglio da eventuali attacchi aerei.

Gli incendi

Nel corso della sua secolare storia il Molino Stucky ha subito anche due grossi incendi che hanno rischiato di mettere in ginocchio prima lo sviluppo (il 5 ottobre del 1895) e poi la ricostruzione (il 15 aprile del 2003) della struttura.

Molino Stucky

Il Molino Stucky durante l’incendio del 2003

Avete già apprezzato la vista dal bar sulla terrazza del Molino Stucky? È uno dei locali romantici per un appuntamento a Venezia