Na casa sensa dona xè na lanterna sensa lume (proverbio veneziano)
Una casa senza donna è come una lanterna senza lume
È il 15 giugno del 1310 e nei pressi di San Marco a Venezia, nella zona delle mercerie vicino alla Torre dell’Orologio, un drappello di persone armate e munite di stendardi si sta dirigendo verso la Piazza.
Sono Bajamonte Tiepolo e la sua “colonna” di congiurati.
A San Marco devono incontrarsi con un’altra “colonna”, guidata dal suocero di Tiepolo, Marco Querini (entrambi sono partiti da Rialto e muovono verso la Piazza da due strade differenti), e successivamente con una terza colonna proveniente dalla terraferma e guidata da Badoero Badoer per espugnare il Palazzo Ducale e rovesciare il dogado di Pietro Gradenigo.
Ma i congiurati non sanno che il loro tentativo di rivolta sarà sventato dalla signora Giustina (o Lucia) Rossi, il cui balcone si affaccia sulla strada dove la prima colonna ha in programma di passare.
Patrizi contro borghesi
Negli anni a cavallo tra 1200 e 1300 a Venezia si era accesa una disputa relativa al potere della città tra le antiche famiglie ducali e i cittadini “arricchiti”, cioè di quelle famiglie che a Venezia erano riuscite a farsi un nome grazie ai guadagni ricavati dal lavoro.
La rivalità si intensifica nel 1297 quando viene varata la Serrata del Maggior Consiglio, una norma che consente di accedere alla massima istituzione della Serenissima solo per via ereditaria.

Lo spettacolare dipinto del Tintoretto, Paradiso (1588-1592) posto nella Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale
Alcune delle famiglie più influenti di Venezia escluse dalla possibilità di eleggere il Doge, nel 1310 si coalizzano per rovesciare il governo della Repubblica. Tiepolo, Querini e Badoero preparano la rivoluzione.
I primi due si danno appuntamento il 15 giugno a Rialto e decidono di muovere le due colonne di rivoluzionari verso Piazza San Marco, una attraverso Calle dei Fuseri e l’altra passando per le Mercerie al grido di “Libertà e morte al doge Gradenigo”.
Ad aspettarli ci sono il Doge e le sue armate, avvertite da Marco Donà, un congiurato pentito.
Ea Vecia del Morter
Mentre Querini e i suoi vengono fermati e battono in ritirata davanti alle truppe del Doge prima di raggiungere la Piazza, Tiepolo riesce a raggiungere San Marco e a guidare i suoi uomini contro quelli del Doge.
La confusione che si crea al passaggio delle forze armate e dalle battaglie che infuriano tra le due parti attira l’attenzione di molti popolani, tra cui Giustina (o forse si chiamava Lucia) Rossi, la “Vecia del Morter“.
La donna, secondo quello che è a tutti gli effetti un racconto che fonde storia e leggenda, lascia cadere dal balcone un pesante mortaio di pietra, che usava per tritare il sale, sulla testa dell’alfiere dell’armata rivoluzionaria, uccidendolo sul colpo.
Ammainata la bandiera grazie alla “Vecia del Morter” e respinti dalle forze del Doge, i congiurati di Tiepolo si ritirano oltre il ponte di Rialto e lo incendiano, impedendo alle forze di Gradenigo di mettere le mani su di lui e sulla metà di Venezia a nord del Canal Grande.
Bajamonte Tiepolo, persi i suoi alleati (Querini sconfitto in ritirata a San Luca e Badoer fermato dal podestà di Chioggia), è costretto presto ad arrendersi.
La ricompensa
In ricordo della vittoria il 15 giugno, giorno di San Vio, viene dichiarato dal Doge festa cittadina della Repubblica di Venezia.
Successivamente, venuto a conoscenza del fondamentale ruolo ricoperto dalla “Vecia del Morter” nella repressione della congiura, il Doge decide di ricompensarla.
Giustina Rossi chiede quindi di poter esporre in occasione di ricorrenze speciali il gonfalone della Serenissima dalla finestra e che il suo contratto d’affitto resti invariato per lei e i suoi discendenti al prezzo di 15 ducati. Il Doge Gradenigo acconsente.
Una effige scolpita sul muro (vedi foto di copertina) e una lapide a terra ricordano il gesto eroico della popolana che contribuì alla repressione della rivolta contro il Doge.

Ogni anno, in giugno, la Società di mutuo soccorso Carpentieri e Calafati celebra l’anniversario della congiura sventata di Bajamonte Tiepolo
Oggi visitando San Marco non incapperete in rivolte e non pioveranno mortai dal cielo. Se volete fermarvi nel Sestiere a mangiare ecco i consigli della nostra redazione!